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Giovani: siamo tutti Bastian contrario?

Gioventú e ribellione: siamo, effettivamente, tutti noi giovani di oggi spinti dalla volontà di trasgredire e di contraddire chiunque o qualunque cosa?
Perchè, spesso, noi giovani veniamo definiti ”Bastian contrario”?

L’espressione “Bastian contrario” spesso non è molto conosciuta nel linguaggio italiano. Come ci spiega l’Accademia della Crusca : ”siamo davanti ad un meccanismo di coniazione popolare basato sulla trasformazione da nome proprio a nome comune” (www.accademiadellacrusca.it) . Probabilmente questa affermazione deriva dal Conte San Sebastiano che, nella battaglia dell’Assietta del 1747, fu l’unico a disobbedire. Con due parole: ”Bastian contrario” riusciamo quindi a riferirci a quella categoria di persone che non condividendo alcune regole, scelgono di trasgredirle.

Ed è proprio questo l’atteggiamento che noi giovani a volte manifestiamo nei confronti non solo delle persone da cui ci sentiamo oppressi (famiglia, insegnanti…) ma soprattutto verso chi ci obbliga a seguire determinati schemi, e dunque ad essere conformi al resto della società.

L’ anticonformismo è una caratteristica proprio di quei giovani che più possono identificarsi in Bastian contrario, e che desiderano sentirsi unici.
Questo atteggiamento non è proprio di tutti ma spesso si verifica in determinati contesti sociali e familiari.

Ecco le situazioni in cui spesso i giovani trasgrediscono:
ci sono ragazzi che vivendo in un contesto sociale complesso e ricco di criminalità, preferiscono ”evaderne”.
Spesso ciò conduce a situazioni ancora peggiori, in quanto, non accettando la realtà e ”vedendo tutto nero”, si rifugiano nelle dipendenze quali alcool e droga. In questo caso si passa pericolosamente dal bisogno di fuggire da un disagio all’urgenza di rinchiudersi in un mondo che si vede come l’unico in cui non si viene giudicati.

A volte però, questa esigenza di contraddire e di rifiutare la realtà quotidiana, nasce in contesti sociali insospettabili.
Questo è il mio caso o il caso di molti adolescenti che frequentano quartieri tranquilli.
Ma perché sentiamo il bisogno di trasgredire anche se apparteniamo a una buona famiglia o se viviamo in una città pacifica e con scarsa criminalità?
Spesso pensiamo di essere in una ”gabbia”, in una situazione opprimente, da cui preferiamo scappare. Ecco che quindi rifiutiamo di accettare pareri esterni provenienti da adulti, che sentiamo troppo distanti da noi.

Voi adulti che state leggendo dunque, cercate di essere comprensivi e di saper cogliere e capire momenti di estraniamento che percepite nei vostri figli. Ci aspettiamo non critiche ma consigli costruttivi. Solo così potrete aiutare noi adolescenti a ridurre la distanza che noi stessi abbiamo creato.

In fin dei conti quindi siamo un po’ tutti “Bastian contrario”. Tutti noi vorremmo un mondo che sia in grado di comprenderci!
L’unico modo per superare questi momenti difficili della vita è proprio quello di ricercare un punto di incontro genitori-figli, insegnanti-alunni.

di Francesca Fedeli